Antibiotico resistenza e patologie oculari
L’antibiotico resistenza è un fenomeno che vede la sopravvivenza di alcuni ceppi batterici agli antibiotici. L’abuso di antibiotici, anche laddove questi non siano stati prescritti, è una delle principali cause di questa resistenza. Ma non è l’unica. Anche l’uso massivo di antibiotici in ambito veterinario ne è responsabile, in quanto le carni che normalmente acquistiamo nella grande distribuzione possono contenere al loro interno tracce dei farmaci normalmente usati per trattare gli animali destinati al consumo umano. Ma non è il tema che andremo ad affrontare in questa sede. Obiettivo di questo breve articolo è, invece, considerare quali possano essere gli effetti dell’antibiotico resistenza con riferimento alle patologie oculari.
L’antibiotico resistenza è un problema anche in ambito oftalmologico
In oftalmologia vi sono innumerevoli patologie che necessitano di un trattamento tramite terapia antibiotica. Si pensi alle blefariti, alle congiuntiviti batteriche, alle cheratiti ed alle endoftalmiti. In breve, a tutte le patologie oculari su base infettiva. Patologie che, laddove risolte efficacemente con l’assunzione di un farmaco per pochi giorni, ci sembrano tutto sommato poco rilevanti. Ma quando invece il farmaco non sembra essere efficace, è allora che ci rendiamo conto di quanto anche una “banale” congiuntivite possa influenzare negativamente la qualità della nostra vita (e della nostra capacità visiva, naturalmente).
I responsabili dell’antibiotico resistenza sono le persone
Oggi si registra un sensibile aumento dei casi in cui l’antibiotico non è del tutto efficace. Come detto in apertura, spesso i responsabili siamo proprio noi, che a volte abusiamo sconsideratamente di questi preziosissimi farmaci senza nemmeno interpellare un medico.
L’antibiotico resistenza si pone quindi come un circolo vizioso innescato dai pazienti stessi, che avendo tratto beneficio dal farmaco, tendono a procurarselo e ad assumerlo in autonomia. Questo vale anche per i più comuni farmaci da banco. Essi non innescano un antibiotico resistenza, ma possono causare uno spiacevole effetto boomerang in chi tende ad abusarne. Finendo con l’esacerbare i sintomi anziché minimizzarli.
Una visita oculistica accurata ed approfondita è sempre il primo passo da compiere anche quando si ritenga di trovarsi in presenza di un disturbo di lieve entità. E’ compito del medico stabilire la diagnosi e indicare il trattamento opportuno di caso in caso.
Antibiotico resistenza in ambito oftalmologico
Per quanto riguarda le patologie oculari, gli antibiotici maggiormente in uso hanno l’obiettivo di contrastare alcune tipologie di batteri particolarmente frequenti: lo Staphylococcus aureus, lo Staphylococcus epidermidis e gli Stafilococchi Coagulasi-Negativi sono tra questi. Dati alla mano, gli oftalmologi italiani hanno registrato negli ultimi 6 mesi un numero di casi – che oscilla tra il 10% e il 30% dei loro pazienti – nei quali si è manifestata una resistenza agli antibiotici. Non a caso proprio l’Italia detiene il triste primato europeo dei casi di antibiotico resistenza in ambito oftalmologico. Anche laddove la terapia preveda una combinazione di più antibiotici differenti.
Parola d’ordine, informare
Fortunatamente, vi sono alcune classi di antibiotici meno usate tanto a livello topico che a livello sistemico, sulle quali oggi gli oftalmologi possono contare per risolvere le patologie oculari più difficili da trattare. Ma non è sufficiente. Dal momento che, come detto, proprio in Italia il livello di antibiotico resistenza è tra i più alti d’Europa, è fondamentale intraprendere anche altre strade. Tra queste, diffondere un’informazione capillare ed esaustiva sull’uso corretto dei farmaci e sottolineare l’importanza di rivolgersi sempre ad un medico anziché praticare l’autodiagnosi.
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