Cataratta e benessere emotivo nella terza età
La cataratta è nota ai più come patologia oculare in senso stretto. Che va curata per ripristinare la capacità e l’acuità visiva di chi ne è affetto. Tuttavia, il mondo della ricerca si sta interrogando sempre di più sull’influenza che la patologia può esercitare sullo stato cognitivo ed emotivo con particolare riferimento al paziente anziano. Sembra, difatti, che esista un legame di causa effetto tra la cataratta e una serie di difficoltà motorie, emotive e cognitive nelle persone anziane. Vediamo come si manifesta questo legame.
La cataratta è una delle prime cause di cecità al mondo
La cataratta è ancora oggi una delle prime cause di cecità o grave ipovisione al mondo, assieme ad altre patologie oculari come il glaucoma, la Maculopatia e la retinopatia diabetica. Patologie insidiose che conducono ad un peggioramento della salute così come della capacità visiva quando non adeguatamente curate. Questo accade, per esempio, se vengono a mancare una puntuale e capillare diffusione dell’informazione e adeguati programmi di screening della salute oculare Sfortunatamente la cataratta non porta con sé solamente un progressivo, importante ed irreversibile calo della capacità visiva, ma innesca anche una serie di disagi e disturbi che sembrano davvero essere concatenati tra di loro.
Cosa sappiamo oggi del legame tra cataratta e disturbi della sfera cognitiva ed emotiva
Il paziente anziano è più fragile
Alcuni ricercatori hanno già indagato il tema del legame tra cataratta e disturbi della sfera cognitiva ed emotiva.
In generale, il paziente anziano è caratterizzato da una fragilità globale tale per cui un evento avverso può predisporre all’insorgenza di altre difficoltà e/o patologie, sia sul piano fisico che emotivo.
Una cataratta non curata con tempestività può avere diverse conseguenze. Elenchiamole brevemente:
- incertezza motoria, che porta ad un rischio elevato di cadute e che in età avanzata possono causare frequentemente fratture del femore o del bacino (con maggiore incidenza nelle donne in post menopausa, più esposte al rischio di osteoporosi). Uno status quo che può innescare un tracollo dello stato di salute globale di chi è oggetto di questi incidenti.
- un senso di sconforto dovuto alla progressiva difficoltà nel compiere anche piccole azioni quotidiane, ed al fatto di aver sempre più bisogno d’aiuto a scapito della propria indipendenza personale. Tale stato emotivo può cronicizzarsi innescando una vera e propria patologia depressiva.
- maggiore predisposizione ad andare incontro ad un rapido declino cognitivo, con un maggiore rischio di sviluppare demenza senile e patologia di Alzheimer.
La scienza non cessa d’indagare le ripercussioni globali della cataratta sulla salute dell’anziano
Attualmente sono in corso altre ricerche scientifiche per accertare l’impatto globale che la cataratta ha sull’anziano, ma vi sono già alcuni dati fuori dubbio:
- l’unica cura esistente per la cataratta è la chirurgia
- la chirurgia della cataratta non presenta controindicazioni, salvo casi eccezionali
- le eventuali complicanze poste in essere dall’intervento di cataratta sono di gran lunga più rare e remote rispetto a quelle che la patologia può innescare
- quanto prima si esegue la chirurgia, tanto prima si disinnesca la catena di eventi che la patologia può innescare sul piano fisico così come emotivo
La scienza sta altresì indagando altri aspetti, tra cui quale possa essere la procedura chirurgica migliore per il paziente anziano (un intervento eseguito bilateralmente oppure due interventi separati, solo per fare un esempio) e quali lenti intraoculari siano maggiormente performanti per determinate casistiche.
Fonte: Frontiersin.org
Curare la cataratta: come, quando e perché
Riassumendo e concludendo, curare la cataratta mette al riparo dal rischio di incidenti e cadute, ma non solo. Risolvere tempestivamente la cataratta previene l’accelerazione del deterioramento cognitivo e il rischio di sviluppare demenza senile, oltre a migliorare sensibilmente i sintomi della sfera dell’umore. E’ intuitivo, difatti, che un paziente che torna a vedere in maniera ottimale ritrovi un umore positivo e propenso al compiere piccole o grandi azioni in modo autonomo.
Oggi l’intervento di cataratta è considerato da tutta la comunità scientifica una procedura di routine: non v’è ragione per temerlo né per soprassedere rispetto alla sua esecuzione. Nei centri d’eccellenza come il Centro Ambrosiano Oftalmico, peraltro, ne esiste oggi una variante “gentile”, che sostituisce agli strumenti taglienti moderni laser altamente sofisticati.
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