Curiosità sugli occhi

Sulla tavola di Natale tanta salute oculare

L’arrivo delle festività coincide sovente con qualche “strapazzo” dal punto di vista alimentare. Se da un lato trascorrere molto tempo a tavola insieme ai propri famigliari è un vero piacere ed è un’occasione che accade una sola volta l’anno, dall’altro è anche vero che nel giro di pochi giorni la routine dettata dal proprio abituale regime alimentare rischia di cadere nel dimenticatoio. Insomma, tra un assaggio e l’altro di pietanze che non sempre si ha occasione di consumare durante il resto dell’anno, le calorie aumentano, così come i chili di troppo. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Anzi, tra i classici dei cenoni natalizi, ci sono anche alcuni alimenti che fanno decisamente bene alla salute oculare. Ecco quali. 

La frutta secca

La frutta secca rappresenta non solo un alimento gustoso da sgranocchiare a fine pasto, ma anche una divertente compagnia che non può mai mancare durante i lunghi pomeriggi festivi trascorsi tra una tombola ed un gioco in scatola insieme a parenti ed amici. Essa contiene un’importante riserva di vitamina E, un antiossidante prezioso capace di aiutare a prevenire molte patologie oculari tipicamente connesse all’invecchiamento cellulare ed allo stress ossidativo, come per esempio la degenerazione maculare senile e la cataratta. Ma non finisce qui: la frutta secca contiene anche una buona quantità di Omega3, acidi grassi polinsaturi essenziali capaci di proteggere l’apparato visivo e favorirne il corretto funzionamento anche in condizioni di poca luce.

Il vino rosso

Anche se generalmente non bevete molti alcolici, molto probabilmente in occasione delle festività natalizie non saprete dire di no ad un buon calice di vino rosso, perfetto per accompagnare alcuni tra i piatti più caratteristici della tradizione gastronomica natalizia del nostro paese. Anche il vino rosso è un ottimo alleato della salute oculare, in quanto contiene resveratrolo, un antiossidante naturale capace di esercitare un’azione protettiva nei confronti delle strutture oculari, ritardandone l’invecchiamento.

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Il cacao ed il cioccolato

Anche cacao e cioccolatini solitamente non mancano mai sulla tavola di Natale. Anche chi è a dieta, non dovrebbe porsi troppi problemi nel compiere qualche piccolo strappo alla regola ed a gustare qualche buon cioccolatino – a patto che contenga cioccolato fondente e minimo 70% di cacao –  in occasione delle festività natalizie. In primo luogo perché il cacao mette di buon umore, in secondo luogo perché è ricco di flavonoidi, antiossidanti naturali che esercitano un’eccellente azione antiradicalizzante e favoriscono la buona ossigenazione dei tessuti. Il cioccolato è dunque ottimo per proteggere la retina, il cristallino e tutte le strutture oculari dall’invecchiamento cellulare.

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Freddo e vento in arrivo? Ecco come proteggere gli occhi

Con l’arrivo della stagione fredda, sciarpe, cappelli e maglioni fanno capolino nei nostri armadi. Forse non ci avevate mai pensato, ma vi è solamente una parte del nostro corpo che esponiamo tutto l’anno ad ogni forma di intemperie: ci riferiamo naturalmente agli occhi. 

Cosa succede al nostro apparato visivo quando il clima si fa rigido e ventoso?

Qualche lacrima in più

Vi sarà sicuramente capitato di uscire a passeggio in pieno inverno e di notare che i vostri occhi lacrimano per il freddo intenso, tanto da dover ricorrere all’uso di un fazzoletto. E’ una reazione del tutto normale: il film lacrimale che protegge gli occhi dagli agenti esterni esercita un’azione protettiva anche dal freddo eccessivo.

Occhi rossi ed infiammati

Aria e vento possono anche portare ad un’infiammazione degli occhi ed in particolare dell’area congiuntivale. L’aria fredda ed il vento forte possono irritare la congiuntiva ed innescare sintomi simili a quelli della congiuntivite, che tuttavia è una patologia di tipo infettivo. Occhi rossi, infiammati e lacrimazione possono accompagnare anche un’infiammazione delle vie aeree superiori causata proprio dal freddo.

Come proteggere gli occhi da aria fredda e vento?

Anche se proteggere gli occhi da vento e aria fredda non sempre è facile, ecco alcuni consigli utili:

  • se vi spostate in moto o motorino, tenete la visiera del casco abbassata
  • anche la luce eccessiva ed il riverbero in caso di neve possono danneggiare gli occhi, dunque se necessario indossate un paio di occhiali da sole
  • poiché l’aria fredda secca gli occhi, se soffrite di Sindrome dell’Occhio Secco avrete ancor più bisogno delle vostre lacrime artificiali o del collirio che vi avrà prescritto il vostro oculista di fiducia
  • attenzione al make-up: se usate truccare gli occhi, acquistate sempre prodotti cosmetici di qualità con un buoni inci, anche perchè il vento potrebbe aumentare le possibilità che alcuni residui di make up – come ombretti in polvere o kajal – entrino negli occhi, causando irritazioni e bruciori.

Melanoma agli occhi, ecco i sintomi da non ignorare

Anche gli occhi possono ammalarsi di tumore: in questo caso si parla di melanoma oculare, una patologia poco conosciuta ma, se non diagnosticata per tempo, piuttosto insidiosa, capace di mettere a repentaglio la capacità visiva del paziente. Vediamo nel dettaglio cos’è il melanoma oculare, come si manifesta e come si cura. 

Cos’è il melanoma oculare

Il melanoma oculare è un tumore dell’occhio che oggi, nel nostro paese, si manifesta in circa 400 nuovi casi l’anno. Secondo l’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, l’80% del melanomi non cutanei si sviluppa nell’occhio. Il melanoma è un tumore che si sviluppa laddove vi sono i melanociti, le cellule incaricate di produrre melanina, il pigmento responsabile di difendere il corpo dai raggi ultravioletti dannosi per l’epidermide. I melanociti non sono presenti solamente sull’epidermide, ma anche su altri tessuti, come i tessuti oculari, le mucose della bocca e delle parti intime femminili. Per ciò che concerne l’occhio, il melanoma può essere congiuntivale oppure uveale, e dunque può manifestarsi sulla superficie dell’occhio oppure al suo interno.

Come si manifesta il melanoma oculare?

La neoformazione può essere visibile dall’esterno sull’iride o sulla congiuntiva ed assume l’aspetto di una macchia scura o di un’area particolarmente vascolarizzata. In altri casi, invece, il melanoma oculare si sviluppa all’interno dell’occhio, e quindi non è visibile dall’esterno. I sintomi del melanoma oculare non sono diversi da quelli di altre patologie oculari, e possono includere un abbassamento della vista oppure la presenza di lampi luminosi. Spesso, inoltre, il melanoma oculare è asintomatico, ed il paziente non ne viene a conoscenza fino a quando non si sottopone ad un’accurata visita oculistica specialistica. Ecco perché è molto importante sottoporsi con cadenza periodica ad una visita oculistica specialistica.

Come si cura il melanoma oculare?

Il melanoma oculare si cura con la chirurgia, alla quale lo specialista deciderà se abbinare una radioterapia o chemioterapia. Oggi l’approccio chirurgico tende ad essere il più conservativo possibile, dunque si cerca di salvaguardare ove possibile la vista del paziente.

Quali sono i fattori di rischio per il melanoma oculare?

I fattori di rischio per il melanoma oculare non sono molto chiari e molti di essi sono ancora oggetto di valutazione da parte di molti ricercatori in tutto il mondo. L’eccessiva esposizione al sole o il contatto con alcune sostanze chimiche possono favorire l’insorgenza di questo tipo di tumori. Sembra anche che vi sia una componente “etnica”, e che le persone con la pelle e gli occhi particolarmente chiari siano più soggette a questo tipo di tumore.

Fonte AIRC

l nobel per la fisica “dei record” che hanno segnato la storia dell’oftalmologia

E’ risaputo che l’introduzione del laser nel mondo della chirurgia oftalmica ha rivoluzionato il trattamento di molte patologie oculari come la cataratta, la retinopatia diabetica e il glaucoma, così come ha consentito di mettere in atto metodiche di correzione definitiva dei difetti refrattivi. Ma vi siete mai chiesti chi vi sia dietro le straordinarie scoperte che hanno consentito all’oftalmologia di compiere passi da gigante, e di migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo? Certamente non stiamo parlando di tre scenziati a caso, ma dei tre vincitori del Premio Nobel per la Fisica 2018. Ciò che ha accomunato i tre studiosi e che è valso loro l’assegnazione del prestigioso premio, sono le ricerche condotte sul laser ad impulsi brevissimi e ad altissima intensità. Ma conosciamoli più da vicino. 

Arthur Ashkin: il Premio Nobel più anziano della storia

Il primo assegnatario del Premio Nobel per la Fisica 2018, che ha ricevuto anche la metà del premio in corone svedesi, è lo statunitense Arthur Ashkin, insignito del prestigioso riconoscimento per aver sviluppato le “pinzette ottiche”, uno strumento che si avvale di un impulso laser per spostare – avvicinare, allontanare o ruotare – oggetti microscopici come organismi minuscoli, virus o batteri. Ashkin, newyorkese, classe 1922, è lo scienziato più anziano ad essere mai stato insignito di un premio Nobel. Fino ad ora il “primato” era detenuto dall’americano Leonid Hurwicz, assegnatario del Nobel per l’Economia nel 2007.

Gérard Mourou e Donna Strickland: è lei la terza donna al mondo a ricevere il Nobel per la Fisica

Gérard Mourou, fisico ed ingegnere elettronico francese, e Donna Strickland, canadese, fisico dell’Università dell’Ontario, si sono aggiudicati l’altra metà del premio per i loro studi sugli impulsi ultracorti ad altissima intensità. Anche alla Strickland spetta un “primato” che va al di là degli studi di fisica: si tratta, infatti, della terza donna al mondo insignita del premio Nobel per la Fisica, dopo Marie Curie nel 1903 e Maria Goeppert Mayer, nel 1963.

Ecco come questi premi Nobel hanno segnato la storia ed il progresso dell’oftalmologia

Il metodo per creare impulsi laser brevissimi ed intensissimi sviluppato da Mourou e Strickland ha trovato applicazione nella chirurgia oftalmica che oggi usa il laser come strumento di lavoro quotidiano nel corso di interventi chirurgici ad altissima precisione e sicuri come mai prima. Oggi, sono davvero milioni le persone in tutto il mondo che ogni giorno traggono beneficio dal frutto di queste straordinarie ricerche: grazie all’introduzione del laser nella chirurgia oftalmica, alcune patologie oculari fino a pochi decenni fa particolarmente insidiose e difficili da curare trovano finalmente soluzione, la qualità della vita dei pazienti è drasticamente migliorata ed il rischio di perdere la vista è diminuito altrettanto drasticamente. Il laser a femtosecondi, per fare un esempio, consente di effettuare interventi oculari per la cura di alcune patologie e per l’eliminazione definitiva dei difetti refrattivi. Ma non finisce qui: oltre al laser a femtosecondi, vi sono altri strumenti chirurgici e diagnostici in campo medico oftalmologico frutto delle ricerche di questi tre insigni studiosi.

Patologie oculari causate dal diabete: anche qui il laser è d’aiuto

Il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico di CAMO, ha recentemente sottolineato come l’avvento del laser abbia salvato – e salvi ogni giorno – dalla cecità tanti pazienti affetti da diabete che contraevano retinopatie e maculopatie connesse alla patologia. Oggi, grazie agli studi di questi tre straordinari premi Nobel sul laser ed all’applicazione delle loro scoperte in campo chirurgico oftalmico, è possibile distruggere le aree poco vascolarizzate della retina ed i vasi anomali causati proprio dal diabete e salvare i pazienti da una irreversibile perdita di capacità visiva.

Quando il laser prende il posto del bisturi

Analogamente, oggi il laser a femtosecondi ci consente di trattare con efficacia i pazienti affetti da cataratta, mentre con l’argon laser è possibile trattare in tutta sicurezza i pazienti affetti da glaucoma. Cataratta e glaucoma sono altre due patologie che senza l’avvento della tecnologia basata sull’uso del laser non avrebbero trovato un trattamento agevole né risolutivo.

Quando la diagnosi si fa col laser

Anche a livello diagnostico, l'”avvento” della tecnologia laser ha consentito di mettere a punto delle apparecchiature molto sofisticate, capaci di “vedere” all’interno dell’occhio con estrema precisione: si pensi, per esempio, alla OCT, un’apparecchiatura capace di eseguire una tac dell’occhio avvalendosi di sole immagini, fondamentale per la diagnosi delle maculopatie.

Ford: in arrivo il finestrino per non vedenti

E’ stato realizzato di recente a cura di una start-up italiana, Aedo,  il primo finestrino per non vedenti al mondo. La start-up, sostenuta e promossa dal gruppo Ford, promette di immettere sul mercato automobili dotate di uno speciale finestrino che consente ai viaggiatori non vedenti di percepire immagini e paesaggi attraverso uno speciale meccanismo di tipo tattile. Vediamo di che si tratta. 

Il finestrino dell’auto che aiuta ipovedenti e non vedenti a vedere fuori

Start-up specializzata nella progettazione e realizzazione di dispositivi ad alta tecnologia per non vedenti, Aedo ha già sviluppato un sistema innovativo che consente ai non vedenti di utilizzare con successo le tecnologie dotate di sistema touchscreen. Oggi, con il supporto di Ford, è la volta di Feel The View, un finestrino unico al mondo, che riesce a convertire le immagini in stimoli sensoriali sia di tipo tattile che uditivo. Un’idea del tutto nuova, sviluppata avvalendosi della collaborazione di persone con cecità ed ipovedenti che hanno testato il rivoluzionario finestrino esprimendo le loro impressioni ed i loro desideri e consentendone un’efficace implementazione.

Aedo Feel, la tecnologia al servizio della bellezza

Condividere la bellezza di un paesaggio con un passeggero non vedente o ipovedente oggi diventa dunque una realtà tangibile grazie alla tecnologia Aedo Feel. L’abbinamento di una fotocamera ad uno speciale software consente appunto a non vedenti ed ipovedenti di “percepire” forme e contorni del paesaggio al di fuori del finestrino attraverso tatto ed udito. Un sistema di impulsi e chiaroscuri che, se implementato e perfezionato a dovere, troverà sicuramente applicazioni in altri ambiti anche al di là dell’automotive.

Ecco perché bere molta acqua fa bene anche agli occhi

E’ risaputo che bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno faccia bene al nostro organismo. Tenere sempre con sé una bottiglietta d’acqua anche lontano dai pasti è una delle strategie da mettere in atto per mantenere i livelli di idratazione ottimali durante tutto l’arco della giornata. Forse non ci avevate mai pensato, ma anche gli occhi traggono un enorme beneficio da questo costante ed abbondante apporto di liquidi. Vediamo il perché.

Bere tanta acqua fa bene…a tutto

Abbiamo già avuto occasione di approfondire il tema dell’alimentazione e dei vari elementi nutritivi che apportano interessanti benefici al nostro apparato visivo, come per esempio la prevenzione dell’invecchiamento cellulare, un buon apporto vitaminico e molto altro. In generale e senza ombra di dubbio possiamo affermare che mangiare bene ha ripercussioni positive su tutti i tessuti, gli organi e gli apparati del nostro corpo, perché aiuta il turnover e l’ossigenazione cellulare, previene lo stress ossidativo ed ha un’azione anti radicalizzante. Introdurre nella nostra dieta quotidiana frutta e verdura di stagione, alternando colori e sapori e prestando attenzione alle vitamine, alle sostanze fitochimiche, ai minerali non metallici ed alle fibre può innescare insomma una vera e propria reazione a catena di benefici capaci di esercitare la loro azione positiva anche sul lungo periodo.

Tuttavia, anche se è vero che gli alimenti possono dare un buon apporto di liquidi al nostro organismo, è bene specificare che per ottenere il massimo dalla propria dieta è fondamentale completare bevendo molto, preferibilmente acqua, da introdurre in modo continuativo nell’arco di tutta la giornata anche – e soprattutto – fuori dai pasti. Preparatevi una bottiglia “personale” d’acqua (un litro e mezzo / due litri) e ponetevi l’obiettivo di terminarla tutta entro sera: solo così sarete certi di esservi regalati la giusta dose di idratazione.

I vantaggi saranno innumerevoli, e li potrete apprezzare già dopo pochi giorni. Per esempio:

  • benessere intestinale e minor senso di costipazione
  • meno episodi di mal di testa
  • pelle più bella, liscia e nutrita
  • perdita di peso
  • meno episodi di mal di fegato

Ecco i benefici dell’acqua per gli occhi

Come già accennato, anche gli occhi traggono beneficio dall’idratazione che diamo al nostro intero organismo. L’ammiccamento continuo esercitato dalle nostre palpebre ha proprio lo scopo di garantire la corretta idratazione all’occhio, proteggendolo e “lavando via” le impurità presenti nell’aria. Il film lacrimale che riveste la cornea e la naturale produzione di lacrime sono naturalmente vincolati all’apporto idrico che il nostro corpo riesce a dare. E non solo: la cornea e il corpo vitreo sono fatti per oltre il 90% d’acqua. Insomma, sarebbe davvero impossibile immaginare di avere un apparato visivo sano e perfettamente efficiente senza un corretto apporto di liquidi. Talvolta, tuttavia, ce ne dimentichiamo, per poi ricordarcene in situazioni estreme, quando i nostri occhi si arrossano e bruciano, lanciandoci un campanello d’allarme: è quanto accade, per esempio, in spiaggia, in aereo o in luoghi chiusi e poco umidificati.

Ecco dunque i benefici di una corretta idratazione per i nostri occhi:

  • l’azione protettiva (lacrimale) viene esercitata correttamente
  • la visione nel suo insieme ne trae beneficio, perchè un corpo vitreo ben idratato favorisce il buon funzionamento di retina e cristallino
  • in generale, una buona idratazione allevia la stanchezza oculare, specie per i videoterminalisti, per esempio
  • chi fa uso di lenti a contatto, prova meno fastidio e sperimenta meno episodi di arrossamento e irritazione
  • una corretta idratazione può aiutare a prevenire la cataratta, ovvero una disidratazione e ossidazione progressiva e fisiologica del cristallino

In generale, ricordiamo che mangiare in modo sano ed equilibrato, svolgere delle attività all’aria aperta, limitare fumo ed alcolici e bere molto sono abitudini che portano il nostro organismo ad invecchiare bene, con il corretto apporto di ossigeno, elementi nutritivi e liquidi, così da innescare un continuo rinnovamento cellulare e da prevenire una lunga lista di patologie correlate all’avanzare dell’età. 

Voglia di immersioni? Sì, con le giuste precauzioni per gli occhi

La vista è un bene prezioso, non ci stancheremo mai di ripeterlo. Anche quando si è in vacanza e mentre si pratica il proprio sport o hobby preferito, è sempre di fondamentale importanza prendere le giuste precauzioni per proteggere e tutelare la salute dei nostri occhi. Gli amanti degli sport acquatici e nello specifico delle immersioni, dovranno avere alcune accortezze molto importanti. Vediamo quali sono. 

I paesaggi sottomarini, uno spettacolo da osservare in tutta sicurezza

Non vi è nulla di più bello di un “paesaggio” sottomarino popolato da una fauna ed una flora vivaci e colorati. I mari del mondo, in questo senso, offrono una gamma di spettacoli davvero irresistibili, soprattutto agli amanti delle immersioni. Concetti quali compensazione e pressione sono sicuramente già noti a chi ama dedicarsi agli sport acquatici quali immersioni con bombole o apnea. Ma cosa si prova e cosa succede agli occhi quando si è sott’acqua? Quali sono i rischi per l’apparato visivo? Cosa cambia con l’aumento della profondità? Cerchiamo di rispondere a questi quesiti.

Cosa succede se apro gli occhi sott’acqua?

L’occhio umano è “progettato” per stare a contatto con l’aria. Quando siamo sott’acqua senza occhialini o maschera, ed apriamo gli occhi, l’acqua agisce come una grande lente. Forme, colori e distanze assumono contorni differenti. Mano a mano che ci si immerge in profondità, per esempio, la luminosità diminuisce, fino ad arrivare ad un solo 2% a 40 metri circa. Analogamente, anche i colori diminuiscono, fino ad arrivare a vedere tutto di un grigio-verde uniforme. Anche la percezione delle distanze cambia: se si indossa una maschera, la sua lente mostrerà al sub un mondo più grande e più ravvicinato di quanto non lo sia in realtà.

E’ meglio indossare occhialini o maschere da immersione?

Se l’immersione avviene poco al di sotto della superficie dell’acqua, saranno sufficienti degli occhialini da nuoto; se invece si intende scendere a profondità maggiori, è bene munirsi di una maschera specifica. Non dimentichiamo che la quantità di aria contenuta negli occhialini non gioca a favore della compensazione: mano a mano che si scende, l’aria presente tra l’occhialino e l’occhio si comprime e genera una condizione di sottovuoto che può portare ad un “effetto ventosa” capace di innescare un edema palpebrale, o congiuntivale, emorragie sottocongiuntivali, retiniche e nasali. Se al contrario si indossa una maschera, è possibile ovviare alla comparsa di questi inconvenienti “compensando”, ovvero soffiando con il naso.

Quali sono i rischi per l’apparato visivo?

L’apparato visivo non è progettato per stare troppo a lungo sott’acqua, tuttavia con una buona esperienza in fatto di compressione e decompressione e con il giusto equipaggiamento – occhialini o maschera, a seconda delle necessità – si può godere della bellezza dei fondali marini in tutta sicurezza. Non dimentichiamo però, che nel caso abbiate subito recentemente interventi di chirurgia oftalmica, sarà bene chiedere consiglio all’oculista e seguire le sue direttive alla lettera. Lo stesso vale per chi soffre di patologie oculari di qualunque natura.

Cosa cambia con l’aumento della pressione e della profondità?

Come già spiegato, quando ci si immerge è importante essere dotati del giusto equipaggiamento e saper compensare adeguatamente, per evitare che la pressione presente nella mascherina o maschera vada a danneggiare gli occhi. Anche in fase di emersione è importante prestare attenzione alle variazioni di pressione: anche in questo caso il meccanismo di compensazione è fondamentale per prevenire danni oculari ma anche di tipo neurologico. Uno dei danni più noti in questo senso è l’embolia, che si può manifestare con visione doppia, alterazioni dal campo visivo ed altri sintomi.

Vacanze in auto? Attenzione ai raggi UV

Non vi è nulla di più piacevole e rilassante, dopo un lungo anno di lavoro, che trascorrere alcuni giorni lontano dalla propria abitazione, visitando luoghi nuovi e godendo della compagnia delle persone a noi più care. Se viaggiate in automobile, tuttavia, è bene che voi sappiate che i finestrini non proteggono gli occhi vostri e dei vostri bambini dai raggi UV . E’ quanto emerge da un interessante studio pubblicato recentemente su Jama Ophtalmology. Vediamo i dettagli di questa ricerca.

Cosa sono i raggi UV

La luce del sole non è tutta uguale, anzi. Lo spettro luminoso si compone di diversi tipi di raggi, aventi lunghezza d’onda e intensità differenti. Alcuni raggi sono più caldi, come le radiazioni infrarosse, altri meno; alcuni sono invisibili, come le radiazioni ultraviolette, altri sono visibili. Sono proprio le radiazioni ultraviolette a rappresentare una minaccia per il nostro apparato visivo. Esse sono fredde ed invisibili, pertanto quando esponiamo i nostri occhi a questo genere di radiazione, lo facciamo inconsapevolmente. Questo tipo di radiazioni ha una lunghezza d’onda piuttosto lunga, capace di penetrare in profondità nei nostri occhi in modo “indisturbato”: essendo invisibili, esse non innescano il meccanismo automatico di restringimento della pupilla, e dunque l’occhio non è in grado di difendersi in alcun modo. Ma non finisce qui: i raggi UV non sono un fenomeno dal quale proteggersi solamente in piena estate, ma sono presenti nell’atmosfera tutto l’anno, anche quando il cielo è coperto. Se vi trovate sulla sabbia, sulla neve o in prossimità dell’acqua, inoltre, il riflesso dei raggi UV va a sommarsi ai raggi provenienti dall’alto, e dunque il potenziale danno si moltiplica.

Perché sono pericolosi i raggi UV

I raggi ultravioletti sono pericolosi perché possono danneggiare irrimediabilmente cornea, cristallino e retina. A seconda della lunghezza delle onde, vengono colpiti e potenzialmente danneggiati diversi tessuti dell’apparato visivo. Anche laddove il danno non sia evidente e immediato, è importante sapere che i raggi UV accelerano l’invecchiamento e il deterioramento cellulare e quindi possono anticipare l’esordio di alcune patologie. Il cristallino, per fare un esempio, assorbe sia gli UVA che gli UVB e dunque è altamente esposto ai rischi connessi all’esposizione a questi raggi.

Raggi UV in automobile? Quanto siamo al sicuro?

Venendo allo studio oggetto di questo approfondimento, alcuni ricercatori del Boxer Wachler Vision Institute di Beverly Hills hanno preso in esame 29 autoveicoli di diverse case automobilistiche per appurare la percentuale di sicurezza dei parabrezza e finestrini rispetto alla penetrabilità dei raggi UV. Il risultato è stato che mentre il parabrezza riesce a bloccare il 95% dei raggi UV, i finestrini si sono rivelati meno efficaci, e la percentuale è scesa in taluni casi fino al 44%. Insomma, anche se l’aria condizionata è accesa, siamo al fresco e tutto sommato all’ombra, i raggi UV stanno comunque penetrando l’abitacolo e mettendo a repentaglio la nostra salute visiva.

Come proteggere i nostri occhi dai raggi UV mentre siamo in automobile

Alla luce di quanto detto sopra, va da sè che anche quando stiamo viaggiando a bordo del nostro veicolo è fondamentale proteggere gli occhi dai raggi solari potenzialmente dannosi. Procuratevi un buon paio di occhiali da sole, non necessariamente troppo scuri, ma sicuramente di buona qualità. La protezione, infatti, non è direttamente proporzionale al colore scuro della lente, ma dipende invece dalla fattura della lente stessa. E non solo: proteggete anche la vostra pelle, procurandovi una crema solare con un fattore di protezione abbastanza alto, ed un buon INCI. Inoltre, evitate di trascorrere troppe ore consecutive in auto, e cercate di evitare le ore centrali della giornata, proprio come fareste in spiaggia.

Fonte: Jama Network

Le proprietà benefiche del selenio per gli occhi

Il selenio è un minerale molto importante, capace di apportare grandi ed innumerevoli benefici al nostro organismo. Tuttavia, poiché il nostro organismo non è in grado di produrlo, si rende necessario introdurlo attraverso una corretta alimentazione. Vediamo quali sono le proprietà del selenio e dove trovare questo prezioso minerale naturale. 

Il selenio, un minerale dalle innumerevoli proprietà benefiche

Come già accennato, il selenio è un minerale non metallico capace di apportare grandi benefici a tutto il nostro organismo. Ne è sufficiente una piccolissima quantità al giorno per proteggere il sistema immunitario ed endocrino, per garantire il buon funzionamento dei polmoni e del cuore e per preservare la salute degli occhi. É, insomma, un minerale essenziale per la buona salute e per il buon funzionamento di tanti organi.

Quali sono le proprietà benefiche del selenio

Ecco elencate di seguito le proprietà benefiche del selenio:

  • è un eccellente antiossidante: contrasta lo stress ossidativo cellulare e previene i tumori
  • esercita un’azione protettiva sulla tiroide e ne garantisce il buon funzionamento
  • esercita un’azione protettiva sugli annessi cutanei
  • è un buon fluidificante del sangue ed esercita un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare
  • rinforza il sistema immunitario
  • è un “bruciagrassi” naturale, ottimo per chi ha il metabolismo lento
  • è un antinfiammatorio naturale

Le proprietà benefiche del selenio per gli occhi

Poichè il selenio è un potente antiossidante, assumerlo attraverso la dieta o attraverso l’uso di integratori specifici può aiutare a proteggere l’apparato visivo dall’invecchiamento e dall’insorgenza di patologie legate allo stress ossidativo cellulare ed ai radicali liberi. Il selenio contribuisce alla buona ossigenazione dei tessuti, esercitando un’azione protettiva naturale su cornea, cristallino e retina e contribuendo a mantenerli giovani e sani il più a lungo possibile.

Se associato, per esempio, alla luteina, al mirtillo, alle vitamine A ed E ed anche, perché no, al cioccolato (ricco di flavonoidi), il selenio può regalare ai nostri occhi salute e giovinezza, garantendone il buon funzionamento sino in età avanzata e ritardando il più possibile le patologie connesse all’età, come cataratta o degenerazione maculare senile, per esempio.

Dove si trova il selenio in natura

Ricordiamo che il fabbisogno giornaliero di selenio per un adulto è di 5 mg. Senza dover necessariamente ricorrere agli integratori, questo quantitativo si può assumere senza alcuna difficoltà avendo un occhio di riguardo verso la propria dieta quotidiana. Gli alimenti ricchi di selenio in natura sono:

  • nei cereali integrali come riso, kamut, mais e orzo
  • nelle noci brasiliane
  • negli anacardi
  • nei semi di senape
  • nei molluschi e nelle ostriche
  • nelle uova
  • nella carne

Una dieta varia, correttamente bilanciata e ricca di frutta e verdura di stagione associata ad uno stile di vita dinamico e poco sedentario è il segreto per mantenersi sani e vitali il più a lungo possibile.

Usare lo smartphone al buio? Meglio di no

E’ oramai risaputo che l’uso eccessivo di dispositivi elettronici quali smartphone, tablet e computer non è un toccasana per i nostri occhi. Quando l’uso di questi device avviene in condizioni di scarsa luminosità, i possibili effetti negativi si amplificano. Vediamo quali sono i rischi e le conseguenze per il nostro apparato visivo. 

Gli apparecchi elettronici: compagni di lavoro ed “assistenti” inseparabili

Siamo nell’era dei device elettronici ed oramai l’abitudine di cercare informazioni e comunicare attraverso questi comodi strumenti ha soppiantato ampiamente l’uso di altri metodi più obsoleti e dal carattere meno immediato. Ecco perché trascorriamo molto tempo, durante le nostre giornate, utilizzando smartphone, tablet e computer. I device elettronici sono diventati i nostri compagni di lavoro ma anche i nostri assistenti personali, con i quali ci teniamo informati, contattiamo gli amici e molto altro. Non è infrequente, a fine giornata, dare un ultimo sguardo al cellulare proprio prima di dormire, nel buio della nostra stanza da letto, cercando qualche informazione di nostro interesse o facendo due chiacchiere in chat con un amico. Ma siamo sicuri che questa abitudine sia davvero così rilassante? O forse è il caso di chiudere la giornata lavorativa spegnendo i device elettronici che ci accompagnano durante il corso di essa, dedicandoci invece ad un altro tipo di attività? La risposta naturalmente è la seconda.

Consultare gli apparecchi elettronici a letto fa male, ecco spiegato il perchè

Uso notturno dei device elettronici e cecità temporanea da smartphone

L’uso dei dispositivi elettronici al buio o in condizioni di luminosità limitata affatica notevolmente la muscolatura degli occhi, compromette la buona circolazione sanguigna e peggiora sensibilmente la corretta percezione della visione da vicino e da lontano. Un fenomeno abbastanza comune, a questo proposito, è la cecità temporanea da smartphone, dovuta proprio all’esposizione intensa alla luce blu emessa dai dispositivi elettronici: una perdita di vista temporanea e reversibile immediatamente successiva all’uso di questi device, che avviene quando, posata la testa sul cuscino, si tende ad usare ed a sforzare un solo occhio per la consultazione e la lettura elettronica. Mentre l’occhio posato sul cuscino è adattato al buio, quello che sta consultando il dispositivo elettronico si trova nella condizione esattamente opposta, ovvero esposto ad una condizione di luce intensa. Una volta terminata la lettura e ripristinata la condizione di buio per entrambi gli occhi, quello che ha “lavorato” avrà bisogno di alcuni minuti per adattarsi alla nuova condizione, e si avrà dunque una condizione che è stata definita cecità temporanea da smartphone. Si tratta di una condizione temporanea e reversibile, anche se non dimentichiamo che l’uso eccessivo di tablet, smartphone e computer può anche causare problemi più seri: la luce blu infatti, può causare danni alla retina, ed in particolare sembra che possa contribuire all’insorgenza di maculopatie, come la degenerazione maculare.

La visione digitale peggiora anche la qualità del sonno

La visione digitale al buio, insomma, non è affatto un piacere, ma un compito gravoso per il nostro apparato visivo. Oltre ai danni che la visione digitale in condizioni di scarsa luminosità apporta al nostro apparato visivo, vi sono anche quelli relativi alla qualità del sonno. Trascorrere l’ultimo lasso di tempo prima di dormire impegnati nell’uso di un device elettronico infatti, comprometterebbe la qualità del riposo.

Prima di dormire, due chiacchiere o un buon libro

Il consiglio è dunque quello di tornare alle abitudini di un tempo, come quella di leggere un buon libro, uscire a fare due passi, chiacchierare con qualcuno, posando, almeno fino all’indomani, il proprio smartphone o il proprio tablet. Per fare un regalo al vostro apparato visivo, al vostro riposo ed al vostro benessere psicofisico in generale.