Iniezioni intravitreali: quando servono?
Le iniezioni intravitreali rappresentano, ad oggi, l‘unico ed il più efficace approccio terapeutico nei confronti di alcune patologie retiniche anche particolarmente importanti e sul lungo periodo potenzialmente invalidanti. Tra queste, non possiamo non menzionare le maculopatie essudative. I farmaci utilizzati per questo tipo di trattamento prendono il nome di anti-VEGF ed è scientificamente comprovata la loro straordinaria efficacia, in particolare, nei confronti della degenerazione maculare senile essudativa. Approfondiamo assieme l’argomento, rispondendo ad alcune domande comuni sul tema con l’aiuto del Dott. Matteo Cereda, medico oculista, retinologo ed esperto in maculopatie presso il Centro Ambrosiano Oftalmico.
Come vede chi soffre di maculopatia?
Poichè la macula è la porzione centrale della retina che si trova proprio in corrispondenza della pupilla e del cristallino, va da sé che qualora essa si ammali, la porzione di campo visivo maggiormente compromessa sarà quella centrale. Di fatto, nelle maculopatie il paziente sperimenta una visione centrale progressivamente sfocata, imprecisa e poco definita. Rimangono inalterate invece le porzioni periferiche del campo visivo. Mano a mano che la patologia avanza, e se non opportunamente trattata, la visione imprecisa lascia il posto ad una vera e propria macchia cieca.
Dott. Cereda: Qualora si sospetti una maculopatia, è fondamentale agire tempestivamente, eseguendo l’OCT (Tomografia Ottica Computerizzata) ed, eventualmente, una fluorangiografia. Oltre, naturalmente, a una visita oculistica approfondita.
Quante iniezioni intravitreali si possono fare?
I farmaci anti-VEGF sono efficaci nel trattamento della degenerazione maculare senile di tipo essudativo a patto che si rispetti un protocollo di somministrazione ben preciso. Solitamente si eseguono 3 iniezioni nei primi 3 mesi di trattamento. A queste, fanno seguito altre 3 o 4 iniezioni nell’arco del primo anno di cura. Sarà poi necessario monitorare l’andamento della patologia nel tempo e stabilire come proseguire. In linea di massima, il primo ciclo di trattamento restituisce già risultati tangibili in termini di miglioramento della capacità visiva o comunque un rallentamento della progressione della patologia. Dal secondo anno in poi, e ove necessario, il numero di iniezioni diminuisce, fino ad assestarsi su un numero di iniezioni di circa 3 – 4 per anno, a seconda del paziente e della patologia.
Dott Cereda: un paziente affetto da maculopatia non diventerà mai cieco, salvo casi rarissimi.
Come si fanno le iniezioni intravitreali?
Le iniezioni intravitreali si eseguono in ambiente sterile previa anestesia in gocce. L’intera procedura ha una durata di pochi minuti. La sensazione che il paziente percepisce è quella di un leggerissimo pizzicotto.
Dott Cereda: le iniezioni intravitreali non sono dolorose né rischiose. Nonostante l’idea delle iniezioni intravitreali possa fare un po’ di impressione, è bene sapere che si tratta di una procedura ben più semplice di altre eseguite comunemente in chirurgia oftalmica, come l’intervento di cataratta.
Cosa fare e non fare dopo un’iniezione intravitreale?
Dopo una seduta di iniezioni intravitreali è possibile far ritorno serenamente alla propria abitazione. Si potrà lavare il viso normalmente facendo attenzione a non sfregare gli occhi né esercitare alcuna pressione a livello oculare. Non è necessario coprire gli occhi dunque è possibile leggere, scrivere, guardare la televisione. L’uso dell’asciugacapelli è concesso purché il getto dell’aria non colpisca direttamente gli occhi. Al contrario, si sconsiglia di sollevare pesi o fare sforzi fisici, così come di maneggiare strumenti pericolosi.
Come e quando avviene il recupero visivo?
Il recupero visivo dopo una seduta di iniezioni intravitreali è molto variabile. Può essere percepito già nelle ore dopo l’iniezione o può non essere percepito affatto, restituendo risultati tangibili solamente a trattamento avanzato. E’ altresì possibile sperimentare un immediato miglioramento della capacità visiva a livello centrale, che però poi tende a “regredire” mano a mano che i giorni passano. Tutto dipende dallo stato di avanzamento della patologia retinica, dai danni che questa ha già arrecato alla macula, allo stato di salute generale del paziente, alla sua età.
Dott Cereda: per mantenere i risultati ottenuti grazie alle iniezioni intravitreali, sarà necessario fare sempre iniezioni (anche se molto più distanziate nel tempo) negli anni successivi. Sarà quindi fondamentale essere seguiti dal proprio specialista che sottoporrà periodicamente il paziente agli opportuni controlli della sua salute visiva.
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Chiamaci dal lunedi al venerdi allo 02 6361191. Saremo lieti di rispondere alle tue domande sulle iniezioni intravitreali per la maculopatia.