Maculopatia secca: quali prospettive per la sua cura?
La Degenerazione Maculare Senile è una patologia che interessa la porzione centrale della retina, detta appunto macula. Si manifesta, come il suo nome stesso suggerisce, in età avanzata. Colpisce una persona su 10 oltre i 60 anni e una su quattro oltre i 75. Si manifesta in due varianti: una atrofica o secca, l’altra essudativa o umida. Soffermiamoci oggi sulla maculopatia secca, e vediamo quali sono i protocolli di cura maggiormente efficaci del momento.
Cos’è la Degenerazione Maculare Senile di tipo secco
La Degenerazione Maculare di tipo secco (o, appunto, maculopatia secca) è una patologia in cui i fotorecettori della parte centrale della retina perdono progressivamente la loro funzionalità e, di fatto, muoiono. La patologia si caratterizza per la formazione di accumuli adiposi al di sotto della retina. Questi accumuli sono detti drusen. Secondo i ricercatori, i drusen si formerebbero per una predisposizione di tipo genetico, ma anche per l’incapacità di eliminare i residui e gli scarti del metabolismo cellulare. Una difficoltà legata a doppio filo al tempo che avanza. La patologia porta ad una progressiva ed irreversibile difficoltà visiva a livello di visione centrale. Al contrario, la visione periferica rimane intatta. Ma come si cura oggi la Degenerazione Maculare Senile di tipo secco?
Maculopatia secca: la diagnosi
Il mondo della scienza è costantemente impegnato nel ricercare nuovi protocolli di cura per una delle patologie più insidiose dell’apparato visivo. Ma partiamo dal principio: è fondamentale innanzitutto giungere ad una diagnosi certa e sicura. I due esami fondamentali per eseguire una diagnosi di maculopatia senile sono la fluorangiografia e l’OCT.
La fluorangiografia è un esame minimamente invasivo ma del tutto innocuo (prevede l’iniezione in vena di una sostanza colorante, che consente poi di evidenziare lo stato di salute della retina), mentre l’OCT è una sorta di TAC della retina e non è per nulla invasiva.
Cure per la maculopatia secca
Ad oggi non esiste un protocollo di cura in grado correggere i danni prodotti dalla patologia. Le soluzioni proposte dal mondo medico-scientifico sono varie: alcune già note, altre in via ancora sperimentale. Elenchiamole:
- eliminazione di tutti i fattori di rischio della patologia: abuso di fumo e alcol, vita troppo sedentaria, esposizione intensa ai raggi UV, alimentazione poco bilanciata.
- assunzione costante di integratori a base di antiossidanti (vitamina E, betacarotene, luteina, omega 3, zinco, vitamina C)
Sfortunatamente, se la ricerca ha fatto progressi sul fronte della cura per la maculopatia di tipo umido grazie alla messa a punto delle iniezioni intravitreali, non è possibile affermare lo stesso per quanto riguarda quella di tipo atrofico. Sono tuttavia in corso innumerevoli studi per individuare protocolli di cura e farmaci in grado di arrestare l’avanzamento della patologia.
Scopri insieme a noi cosa sono e quando servono le iniezioni intravitreali per la cura della maculopatia
3 fattori da non trascurare
Anche se sul fronte delle terapie c’è ancora molta strada da fare, diagnosi, prevenzione ed eliminazione dei fattori di rischio sono tre fattori da tenere in grande considerazione e dai quali si sconsiglia di prescindere. Il primo passo da compiere è dunque quello di sottoporsi ad una visita oculistica specialistica per la retina. A seguito della visita specialistica e a diagnosi avvenuta, si intraprenderà un percorso orientato al mantenimento del proprio benessere oculare, secondo le indicazioni specifiche fornite dallo specialista.
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