Occhi e montagna: come comportarsi?
La montagna è un piacere in tutte le stagioni: con la sua aria pura e la sua straordinaria capacità di trasmettere un senso di pace unico nel suo genere, attrae ed accoglie stagione dopo stagione visitatori ed appassionati d’ogni sorta di sport all’aria aperta. Spendiamo oggi due parole sull’importanza di preservare la salute dei nostri occhi in montagna durante la stagione invernale, quando sole, neve e vento sono all’ordine del giorno.
Quali elementi possono influire sugli occhi in montagna?
Come detto, la montagna è sempre un piacere, capace di svagare e ritemprare corpo e anima come non mai. In montagna si trova tuttavia un mix di elementi che possono causare qualche fastidio o disturbo a livello oculare. Tra questi menzioniamo, come già accennato il vento, il sole, la neve, ma anche la qualità dell’aria e l’altitudine.
Occhi e montagna: fondamentale proteggersi dai raggi ultravioletti
Come abbiamo già ripetuto in altre occasioni, i raggi ultravioletti sono invisibili all’occhio umano, non caldi e dalla lunghezza d’onda capace di penetrare in profondità nei nostri occhi, raggiungendo anche la retina. Proprio perché invisibili, la pupilla non riesce ad impedirne il transito. I raggi UV penetrano nell’atmosfera anche attraverso le nuvole: è sbagliato pensare che quando il cielo è coperto e la giornata è grigia, i nostri occhi siano al sicuro. Inoltre, si tenga presente che la neve e l’acqua esercitano un effetto riverbero molto marcato, amplificando la radiazione e di conseguenza i suoi effetti.
I danni da esposizione intensa ai raggi UV possono essere irreversibili. Diverse patologie oculari, come la degenerazione maculare senile o la cataratta, annoverano tra i fattori di rischio proprio l’esposizione prolungata ed intensa ai raggi solari.
Attenzione anche ad aria e vento
Proseguiamo l’approfondimento sul tema del legame che intercorre tra salute degli occhi e montagna prendendo in considerazione le conseguenze di una esposizione intensa ad aria e vento. Aria e vento in montagna possono essere sferzanti: anche in tal caso è fondamentale proteggersi. Un’esposizione prolungata ad aria e vento può infiammare la congiuntiva, causando arrossamento, iperlacrimazione, bruciore oculare. Possono altresì verificarsi processi infettivi che andranno curati tempestivamente e adeguatamente sotto la supervisione di un oculista specialista. Anche la cornea può risentire negativamente di un’esposizione eccessiva al vento e al sole: una delle conseguenze più spiacevoli è lo pterigio, una neoformazione simile ad una escrescenza che parte dalla congiuntiva ed interessa la cornea, solitamente ben visibile anche ad occhio nudo. Lo pterigio si cura con colliri specifici ma talvolta può essere necessario ricorrere alla chirurgia.
Proteggere gli occhi dei bambini, sempre
Se quanto detto sino ad ora è importante e valido per i nostri occhi, lo è ancor di più per quelli dei più piccoli. L’apparato visivo dei bambini è delicatissimo e ancora in una fase evolutiva. Proteggerlo è fondamentale per preservare il loro benessere visivo ed oculare, ma anche per consentire loro di godere in totale spensieratezza della permanenza in montagna. Anche per quanto riguarda i bambini, dunque, il legame tra occhi e montagna può presentare qualche piccola insidia.
Occhi e montagna, cosa fare: acquistare un paio di occhiali da sole dotati di marchio CE ed indossarli con qualunque tempo, anche quando il tempo è nuvoloso. Se si praticano sport invernali, anche gli occhiali sportivi, le maschere da sci, snowboard o altro sport, dovranno essere certificati e di buona qualità. In caso di fastidio, arrossamento, bruciore o altro sintomo, è bene contattare tempestivamente un oculista.
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