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Congiuntivite allergica, cos’è e come si cura

Quando il cambio di stagione si manifesta in tutti i suoi colori e madre natura si prepara a cambiare veste, le allergie sono a loro volta dietro l’angolo. Chi ne soffre lo sa bene: possono essere davvero una spiacevole compagnia. E tra le loro manifestazioni più insidiose, non possiamo non menzionare quelle che interessano gli occhi. Conosciamo meglio la congiuntivite allergica, cos’è e come si cura.

Che cos’è la congiuntivite allergica

Il termine congiuntivite indica una infiammazione della congiuntiva, così come indicano solitamente una infiammazione tutti i termini medici che terminano con il suffisso -ite. La congiuntiva è una membrana situata nella parte interna del bordo palpebrale. Il ruolo della congiuntiva è quello di:

  • favorire il buon funzionamento della lubrificazione oculare durante l’ammiccamento
  • proteggere l’occhio da eventuali aggressioni da parte di corpi estranei

La congiuntivite può essere scatenata da una allergia. Nello specifico, dal contatto della congiuntiva con gli allergeni, che tipicamente si trovano nell’aria in determinati periodi stagionali così come durante tutto l’anno. Ci riferiamo ai pollini, ma anche alle micro particelle che inquinano l’aria delle nostre città, al pelo degli animali o alla polvere domestica (muffe e acari sono spesso responsabili del disturbo), solo per fare qualche esempio.

Congiuntivite allergica, 1 disturbo, 3 varianti

Oggi le allergie sono più che mai comuni, dunque non è infrequente incorrere in una congiuntivite allergica. Le tipologie di congiuntivite di origine allergica possono essere differenti, e a seconda della loro stagionalità o dell’allergene che le ha innescate, distingueremo tra congiuntivite allergica stagionale, perenne oppure da contatto. Quest’ultima spesso è causata da colliri, prodotti per il make up, fragranze o altre sostanze irritanti che possono accidentalmente entrare in contatto con la superficie oculare.

Come si manifesta la congiuntivite allergica

Nonostante le allergie che scatenano la congiuntivite siano spesso differenti da individuo a individuo, le manifestazioni sono più o meno sempre uguali tra di loro, salvo qualche eccezione. Chi soffre di congiuntivite allergica sperimenta dunque:

  • arrossamento oculare
  • bruciore
  • sensazione di corpo estraneo
  • iperlacrimazione

A seguito di una allergia e di una infiammazione della congiuntiva, possono manifestarsi anche un eccesso di produzione di secrezioni oculari e gonfiore palpebrale, solitamente dovuti a complicazioni come infezioni batteriche.

Come si cura la congiuntivite di natura allergica?

In presenza di sospette allergie e dei sintomi sopracitati, ricorrere al fai da te e ai farmaci da banco può risultare inutile se non controproducente. Prima di fare uso di colliri o farmaci acquistati di propria iniziativa, si consiglia di prenotare una visita oculistica specialistica. Può essere utile coinvolgere anche un allergologo.

In generale, la congiuntivite allergica può essere trattata con successo grazie a:

  • decongestionanti oculari
  • antistaminici

ma anche, talvolta, con

  • corticosteroidi
  • antibiotici

E’ compito dello specialista stabilire lo stato di salute dell’apparato visivo, valutare lo stato di avanzamento e/o di complessità del disturbo ed indicare la terapia maggiormente indicata per la casistica specifica.

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Lacrimazione eccessiva, a cosa è dovuta?

Non è infrequente preoccuparsi a fronte di una costante e fastidiosa secchezza oculare, talvolta causata da una vera e propria patologia, la Sindrome dell’Occhio Secco. Talvolta, però, accade anche il contrario, cioè l’iperlacrimazione. Ovvero che gli occhi lacrimino frequentemente, anche, apparentemente, quando non ve n’è motivo. Insomma, se piangere per un dispiacere o piangere di gioia è del tutto normale (così come lo è farlo mentre si tagliano le cipolle), lacrimare senza ragione non lo è. E allora, quali sono le ragioni che causano l’iperlacrimazione? E come porvi rimedio? Scopriamolo assieme. 

Le ragioni dell’iperlacrimazione

I fattori che possono causare iperlacrimazione sono differenti. Naturalmente, una visita oculistica accurata ed approfondita rappresenta il primo passo per identificarli e, se necessario, porvi rimedio.

Riassumiamo le cause che più frequentemente inducono una iperlacrimazione

  • Una congiuntivite: sia essa di origine infettiva oppure non infettiva (allergica, per esempio), la congiuntivite può causare iperlacrimazione oculare. Assieme alla lacrimazione abbondante, chi ne è affetto sperimenta occhi arrossati, che bruciano, o fastidio alla luce intensa.
  • Uno o più difetti visivi non corretti: sforzare oltremodo la vista e l’apparato visivo può innescare, come reazione, oltre ad una generale sensazione di affaticamento oculare, cefalee e senso di pesantezza, anche una lacrimazione abbondante. In questo caso è necessario recarsi dall’oculista per controllare la capacità visiva e capire come sia possibile correggere i propri difetti visivi. I tipi di correzione oggi esistenti sono sia temporanei (lenti, occhiali), che definitivi (interventi laser mirati, indolori e di breve durata).
  • Un’alterazione del film lacrimale: può capitare che il film lacrimale, nonostante sia concepito per proteggere e lubrificare gli occhi, non vi aderisca perfettamente e vada perduto, defluendo verso il basso. A quel punto il paziente sperimenterà una lacrimazione eccessiva.
  • Una lesione dell’epitelio corneale: un’abrasione o un graffio sulla parte più superficiale della cornea può causare, come reazione, una lacrimazione abbondante. In questo caso si tratta di un fenomeno transitorio.
  • Un malposizionamento della palpebra: può capitare che la palpebra inferiore penda verso l’esterno, favorendo l’epifora, cioè la fuoriuscita delle lacrime. Questo disturbo prende il nome di ectropion e si corregge tramite un intervento di oculoplastica, indolore e di breve durata.
  • Una marcata secchezza oculare: sembra una contraddizione, eppure è così. Un film lacrimale alterato, se da un lato induce ad una generale secchezza oculare, dall’altro può portare ad episodi di iperlacrimazione, in virtù di un meccanismo di “compensazione” dell’occhio. In chi soffre di secchezza oculare, però, la qualità delle lacrime è particolarmente povera, molto acquosa e priva di quelle sostanze lipidiche che dovrebbero renderle idonee alla loro funzione protettiva dell’occhio. Più si verificano questi episodi di iperlacrimazione e più le lacrime si impoveriscono ulteriormente, innescando un vero e proprio circolo vizioso capace di peggiorare la situazione e di cronicizzare la condizione clinica del paziente, innescando una vera e propria patologia: la Sindrome dell’Occhio Secco.

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3 consigli per chi indossa le lenti a contatto in estate

lenti a contatto estate  - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Chi indossa abitualmente le lenti a contatto sa bene che è fondamentale attenersi quotidianamente ad alcune regole pratiche ed igieniche sia per quanto riguarda l’applicazione, sia in merito alla manutenzione. L’obiettivo, trarne il massimo beneficio senza andare incontro a fenomeni irritativi o infettivi. Queste piccole grandi attenzioni finiscono presto per diventare una routine alla quale non si fa più caso. Tuttavia, durante la stagione estiva, quando si praticano più attività all’aria aperta, è importante fare ancora più attenzione alla propria igiene oculare e alla cura delle lenti a contatto. Ecco 3 consigli utili per chi indossa le lenti a contatto in estate.

1 – Mare o piscina? Meglio senza lenti

L’estate è la stagione perfetta per scatenarsi tra mare e piscina. Quando la temperatura sale, non c’è niente di meglio che trascorrere il maggior tempo possibile in ammollo. Se indossate lenti a contatto, sarebbe meglio toglierle prima di immergersi in acqua. Il cloro e il sale possono favorire fenomeni irritativi a carico della congiuntiva. Questo non vale solo per una eventuale immersione, ma anche per dei semplici schizzi d’acqua. Se non intendete togliere le lenti a contatto in estate quando vi recate al mare o in piscina, potete valutare di indossare lenti a contatto morbide. O ancora, indossare degli occhialini da piscina, così da mettere gli occhi al riparo totale da qualunque insidia.

2 – Occhio alla sabbia

Anche la sabbia, che già rappresenta un elemento di fastidio per chi non porta le lenti a contatto, può rivelarsi davvero insidiosa. In particolare nelle giornate ventose o in presenza di bambini, che spesso si divertono ad alzare la sabbia nei momenti di gioco. Un piccolissimo granello di sabbia, che spesso fatichiamo ad osservare ad occhio nudo, potrebbe arrecare qualche problema, ancor di più se rimane intrappolato sotto le lenti a contatto. Anche in questo caso vale il consiglio di cui sopra: se potete, togliete le lenti prima di recarvi in spiaggia. Se non potete, indossate lenti morbide e, perché no, evitate di togliere gli occhiali da sole.

Leggi anche: come proteggere gli occhi dei tuoi bambini in vacanza

3 – Lenti a contatto in estate …in aereo

Il terzo consiglio sull’uso corretto delle lenti a contatto in estate ha a che fare con le trasferte. L’estate è anche la stagione per eccellenza dei viaggi. Chi si sposta in aereo dovrebbe sapere che l’aria che si respira in cabina è particolarmente secca. Affrontare un viaggio in aereo indossando le lenti a contatto potrebbe favorire un fenomeno di secchezza oculare. Seppur transitoria, questa secchezza potrebbe rivelarsi molto fastidiosa. Anche in questo caso, il consiglio è quello di togliere le lenti ed affrontare il viaggio, per esempio, indossando gli occhiali da vista.

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Lenti a contatto medicinali: quale utilità?

lenti a contatto - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Noi tutti siamo abituati a concepire le lenti a contatto come protesi da utilizzare per sopperire alle carenze visive. E se avessero invece un vero e proprio scopo terapeutico? Recentemente, Google e Novartis hanno annunciato che stanno lavorando alla la messa a punto di una nuova generazione di lenti a contatto con per monitorare i livelli di glicemia. Un’altra funzione decisamente interessante che le lenti a contatto potrebbero esercitare, è quella di rilasciare nanoparticelle di farmaci a livello oculare. 

Lenti a contatto medicinali o collirio?

Alcuni anni fa, i ricercatori dell’Università della Florida hanno realizzato delle lenti a contatto particolarmente morbide contenenti minuscole particelle capaci di rilasciare, lentamente e sul lungo periodo, diversi tipi di medicinali. Lo studio – pubblicato su American Chemical Society – partiva dal presupposto che molti farmaci oftalmici si disperdono con le lacrime stesse e dunque, anche se la posologia indicata dallo specialista viene rispettata, parte dell’effetto terapeutico si perde. Quanto alle tipologie di farmaci potenzialmente “rilasciabili” dalle suddette lenti, in quell’occasione i ricercatori avevano avanzato la proposta di sfruttare la nuova tecnologia per somministrare antibiotici o farmaci a base di vitamina E contro il glaucoma.

Fonte: News-medical.net

Lenti a contatto a rilascio di farmaci antistaminici? Sì grazie!

Più recentemente, uno studio pubblicato su Cornea, ha dimostrato che è possibile anche somministrare farmaci antistaminici attraverso le lenti a contatto. Ci riferiamo alla molecola del ketitofene, normalmente prescritta e somministrata per il trattamento della congiuntivite allergica. I test condotti dagli studiosi hanno dimostrato i positivi effetti terapeutici derivanti dall’uso di lenti a contatto medicali a rilascio di farmaco antistaminico. Potrebbero essere presto disponibili sul mercato, insomma, delle lenti a contatto medicinali ad effetto antistaminico: l’ideale per chi soffre di congiuntivite allergica.

Lenti medicali sì, ma senza potere diottrico

Un sistema – quello del rilascio di nanoparticelle di farmaco tramite lenti a contatto – la cui potenzialità potrebbero essere davvero non sottovalutabili, e che potrebbe portare beneficio anche a pazienti affetti da diverse patologie oculari. Tuttavia, vale la pena di sottolineare che le lenti medicinali in questione non hanno anche un potere diottrico, e che non possono essere indossate assieme a quelle che normalmente si indossano per correggere le proprie carenze visive. Insomma: o l’una, o l’altra.

Fonte. Healio.com

 

Congiuntivite allergica: già a febbraio è boom di allergie!

allergia polline

Quest’anno le allergie hanno già iniziato a bussare alla porta: riniti, congiuntivi e altre forme allergiche si stanno già diffondendo da inizio febbraio e, visto il trend degli ultimi anni, tarderanno molto ad andarsene.

Colpa dello smog, del riscaldamento globale, dei cambiamenti climatici. Grandi mutamenti, locali e globali, di cui i soggetti allergici sono, involontariamente, le prime sentinelle.

Tra le allergie più frequenti vi è la congiuntivite allergica.

“La congiuntivite allergica– spiega il dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico – riguarda l’infiammazione della congiuntiva, (la mucosa che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre) causata da diversi allergeni (pollini, polvere ma anche sostanze chimiche come le soluzioni per le lenti a contatto o alcuni  cosmetici). I sintomi più comuni sono arrossamento, bruciore, fotosensibilità (intolleranza alla luce), prurito, lacrimazione eccessiva. Può capitare anche un rigonfiamento palpebrale o della congiuntiva stessa”.

Perché si scatena l’allergia? “Perché l’organismo – continua Buratto – riconosce certi elementi, come il polline, gli acari della polvere o altre sostanze, come pericolose per l’organismo.  Come risposta all’allergene i mastociti (cellule che intervengono in caso di reazioni allergiche) che si trovano nella congiuntiva rilasciano istamina e altre sostanze che provocano la dilatazione dei vasi sanguigni e irritano le terminazioni nervose provocando, tra gli altri sintomi, anche una copiosa lacrimazione”.

La congiuntivite allergica può essere di diversi tipi e può presentarsi in forma acuta (prurito intenso, rigonfiamento palpebrale) o cronica (sintomi meno forti ma perduranti per un periodo più lungo).

La dermato-congiuntivite allergica da contatto è invece causata dall’ ipersensibilità verso alcuni colliri o sostanze contenute in cosmetici applicati sulle palpebre o sul viso. La patologia in questo caso oltre a interessare la congiuntiva colpisce anche la pelle circostante.

In questo caso però gli antistaminici possono fare ben poco, qui è importante la prevenzione per cui evitare il contatto diretto con la sostanza che provoca la reazione allergica.

Nei pazienti soggetti a congiuntivite cronica può spesso presentarsi anche la secchezza oculare.

Come si cura la congiuntivite allergica? La congiuntivite allergica si può curare tramite pomate oftalmiche e colliri antistaminici o corticosteroidei e, in generale, una volta appurata l’allergia, evitando di entrare in contatto con l’allergene. In caso di dermato-congiuntivite allergica da contatto i colliri o le pomate possono fare ben poco e l’unico rimedio è evitare di entrare in contatto con gli allergeni.

In ogni caso la terapia è indicata dal medico oftalmologo, per cui se si sospetta una congiuntivite allergica bisogna prima di tutto sottoporsi a un’approfondita visita oculistica.

La congiuntivite allergica può essere perenne o stagionale. Nel primo caso può presentarsi tutto l’anno: chi è allergico a peli di animali o acari della polvere può infatti essere soggetto a questo disturbo ogni qualvolta entri in contatto con l’allergene.

Quelle stagionali invece sono legate agli allergeni che compaiono solo in certi momenti dell’anno, come i pollini.  I quali pollini non compaiono più solo in primavera: esiste un calendario preciso che ci ricorda dei cipressi e dei noccioli di fine inverno, delle graminacee e le composite in primavera e dell’ambrosia in estate. Un calendario che sta continuando a cambiare per colpa dei mutamenti climatici e che è destinato a dilatarsi: i pollini compariranno sempre prima e se ne andranno sempre più tardi.

Il problema, oltre all’allungamento della stagione delle allergie, è che l’80% dei soggetti allergici lo è a più di una pianta. Si parla di polisensibilizzazione allergica.

Al Cop21, la recente conferenza sul clima di Parigi, si è discusso di quanto sia i cambiamenti climatici, sia la qualità dell’aria, possano peggiorare le allergie. Si è puntato il dito anche contro lo smog, di cui si è parlato molto negli ultimi tempi visti i livelli eccessivi riscontrati in grandi città come Milano e che è ormai appurato giochi un ruolo preoccupante nell’aumento e peggioramento delle allergie in generale, oltre a causare altre patologie oculari come la secchezza oculare.

Per maggiori informazioni potete contattare CAMO – Centro Ambrosiano Oftalmico allo 02 6361191 oppure scrivendo a visite@camospa.it.