Miopia: la pandemia nella pandemia
Il Coronavirus ha segnato le esistenze di tutti noi. Già molto prima che la pandemia si manifestasse in tutta la sua irruenza, medici e oftalmologi di tutto il mondo non avevano dubbi: la diffusione a macchia d’olio della miopia stava assumendo i contorni di una vera e propria pandemia, seppur in senso lato. Stiamo dunque vivendo, oggi, il paradosso della “pandemia nella pandemia”. I nuovi stili di vita imposti dalle restrizioni anti Covid hanno accentuato la diffusione della miopia. Un difetto visivo che si sta oramai tramutando nel tratto distintivo dei nostri tempi. Senza esclusione di colpi, interessando trasversalmente luoghi e fasce d’età differenti. Facciamo il punto della situazione.
L’insidioso legame che sussiste tra progressione miopica e device elettronici
Ancor prima che la pandemia da Coronavirus si manifestasse, la comunità scientifica aveva indicato nei prolungato impegno oculare da vicino ed in particolare nei device elettronici uno dei maggiori fattori di rischio per l’esordio e la progressione della miopia. Specie nei pazienti in età pediatrica ed evolutiva. Trascorrere molto tempo impegnati nella visione da vicino è un fattore di rischio per la miopia. Pertanto, il consiglio dei pediatri e degli oftalmologi di tutto il mondo era (ed è) quello di attenersi a qualche semplice regola di comportamento.
Miopia: la regola del 20-20-2 e le linee guida anti-Covid in merito a quarantena e isolamento: due realtà inconciliabili?
La regola del 20-20 consiste nel trascorrere 20 minuti di lavoro a video o sui libri seguiti da 20 secondi di osservazione di un punto posto in lontananza. Per i bambini, si dovrebbero aggiungere 2 ore di gioco all’aria aperta. Un vero e proprio “stile di vita anti miopia” capace di mettere al riparo le strutture oculari da un affaticamento capace di innescare il difetto visivo.
La quarantena e l’isolamento imposti dalla pandemia da Coronavirus hanno reso sempre più difficile l’applicazione delle linee guida anti miopia suggerite dai medici. E oggi, a distanza di mesi dall’inizio della pandemia da Coronavirus (che sembra non volersi arrestare), si cominciano a “contare i danni” anche sul fronte della salute oculare. Il lavoro e lo studio in modalità smart hanno dilatato a dismisura il monte ore trascorso a video. La conseguenza è l’incidenza ancor più marcata dei casi di miopia (inclusa la miopia forte) sia in pazienti in età pediatrica ed evolutiva, che in pazienti adulti.
La distanza della fonte di lettura dal viso sembra essere un fattore determinante per la miopia
Tra i fattori capaci di condizionare maggiormente l’incidenza e la progressione della miopia sembra esserci la distanza della fonte di lettura dal viso. Più la fonte è vicina, più l’occhio è sottoposto ad uno stress visivo capace di indurre o peggiorare il difetto visivo. Attenzione dunque agli smartphone, seguiti dai laptop e dai libri cartacei.
Prospettive future per la gestione della pandemia nella pandemia
Fare marcia indietro rispetto alle nuove abitudini di studio e di lavoro da remoto ad oggi non è sempre possibile. La pandemia da Coronavirus rappresenta ancora una minaccia concreta e tangibile. Tuttavia, è fondamentale mettere in atto un’opera di sensibilizzazione rispetto alla necessità di configurare comportamenti virtuosi per gestire la pandemia dando la giusta attenzione alla salute globale dell’individuo.
Vuoi saperne di più?
Non è mai troppo presto per prenotare un controllo della salute visiva in età pediatrica. Prenota una visita oculistica specialistica chiamando dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 il numero 02 636 1191. Saremo lieti di prenderci cura della tua salute visiva e di quella della tua famiglia.