Cheratocono, la parola all’esperto. Intervista al Dott. Sergio Belloni
Il cheratocono è una patologia dell’occhio forse meno conosciuta rispetto ad altre come il glaucoma o la cataratta. Si tratta di una malattia della cornea della quale oggi vogliamo capire qualcosa di più. Per l’occasione, abbiamo dunque deciso di intervistare il dottor Dott. Sergio Belloni, medico oculista del Centro Ambrosiano Oftalmico.
Dottor Belloni, ci può spiegare cos’è il cheratocono?
Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea, la parte anteriore dell’occhio. Questa malattia provoca la deformazione della cornea rendendola più sottile, più debole e a forma di cono. Per fare un esempio, è come se una palla da football si trasformasse in una palla da rugby, cioè di forma allungata e per di più avente una parete sottile. Una condizione fondamentale per avere una buona visione e una buona nitidezza di immagine è che la cornea sia il più regolare possibile. Nelle fasi precoci del cheratocono, la cornea si deforma e si perde la nitidezza delle immagini anche quando si utilizzano gli occhiali o le lenti a contatto. Nelle fasi più avanzate invece, viene compromessa anche la trasparenza della cornea e dunque la visione. Non si conosce esattamente la causa del cheratocono: tuttavia, il fatto che più persone nella stessa famiglia ne siano affette, depone a favore di una predisposizione genetica.
Il cheratocono è curabile?
Il cheratocono è una malattia che non si può curare solo con i farmaci. La sua evoluzione, peraltro, non è prevedibile: in alcuni pazienti la progressione è lenta, mentre in altri è molto veloce. Nelle fasi precoci della malattia, il cheratocono può essere curato con una tecnica non propriamente chirurgica chiamata cross-linking corneale. Nelle fasi più avanzate invece, vi sono altre opzioni.
Dottore, in cosa consiste il cross-linking corneale?
Cross-linking corneale vuol dire formazione di legami incrociati: grazie a questo intervento, che sfrutta l’utilizzo di una particolare sostanza, la riboflavina, applicata sulla cornea, e attivata da una luce ultravioletta, la cornea diventa più stabile e più resistente. Questa tecnica si può utilizzare nel cheratocono evolutivo, nelle fasi iniziali della malattia.
E se il cheratocono invece è nelle fasi più avanzate?
Quando invece la malattia è nella fasi più avanzate, è possibile eseguire un intervento che sfrutta l’inserimento di semi-anelli di un materiale simile alla plastica che regolarizzano e, meccanicamente, irrobustiscono la cornea. Come conseguenza, il progredire della malattia rallenta, mentre l’acuità visiva migliora.
Quando abbiamo una fase ancora più avanzata di cheratocono e la trasparenza della cornea è compromessa, è possibile fare solo il trapianto di cornea. Esistono due tipologie di trapianto: una è la cheratoplastica lamellare, in cui si sostituisce solo una parte superiore della cornea; l’altra è la cheratoplastica perforante, in cui si trapianta tutto lo spessore della cornea.
Nel ringraziare il dott. Belloni per il suo tempo e le sue esaustive risposte, ti ricordiamo che puoi chiamare in qualunque momento il Centro Ambrosiano Oftalmico per prenotare un appuntamento. Di seguito i nostri contatti:
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