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Maculopatia senile, come si cura nei centri d’eccellenza

degenerazione maculare senile - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La maculopatia senile, nome d’uso comune per intendere la degenerazione maculare senile, è una patologia che interessa la parte centrale della retina. E’ proprio lì che vanno a dirigersi in prima battuta i raggi luminosi provenienti dall’esterno. Ed è proprio lì che avviene gran parte della funzione visiva. Va da sé che se la macula si ammala, la funzione visita ne risulta compromessa. Oggi la scienza medica ci viene incontro con una gamma di soluzioni interessanti. Terapie capaci di offrire una prospettiva ottimistica a chi è affetto dalla patologia. 

Dove curare la maculopatia in Italia?

Esistono tante strutture, pubbliche e private, presso cui rivolgersi per la terapia delle maculopatie. Presso le strutture sanitarie d’eccellenza, come il Centro Ambrosiano Oftalmico, è oggi possibile curare la maculopatia con efficacia e, soprattutto, senza rischiare lunghe liste d’attesa. A fare la differenza sono sicuramente le moderne apparecchiature tecnologiche, utilissime per non dire indispensabili sia in fase diagnostica che terapeutica. A queste, si aggiungano anche staff di medici altamente competenti e specializzati proprio nella cura delle patologie della retina. 

1 – Parola d’ordine, OCT

Uno degli strumenti fondamentali per diagnosticare con precisione la maculopatia senile è l’OCT. OCT è l’acronimo di Tomografia Ottica Computerizzata. In breve, una sorta di TAC dell’occhio. L’apparecchio che consente di eseguirla è altamente sofisticato. Disporre di un apparecchio di ultima generazione per eseguire l’OCT con il giusto tempismo è sicuramente una marcia in più in fase diagnostica. 

2 – Iniezioni intravitreali: anche la mano fa la differenza

Una delle terapie maggiormente efficaci per il trattamento della Degenerazione Maculare Senile è la somministrazione di iniezioni intravitreali. Nonostante non si tratti di una terapia rischiosa o pericolosa, è necessario che questa sia eseguita da un medico esperto nella sua somministrazione. Presso CAMO è possibile rivolgersi a specialisti altamente preparati nella somministrazione delle iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF. Oculisti che eseguono questo trattamento quotidianamente, con la giusta dose di perizia, manualità ed esperienza.

3 – Poca attesa, attenzioni personalizzate

Le cliniche d’eccellenza come CAMO riescono a gestire il flusso di pazienti dedicando il giusto tempo e le giuste attenzioni a ciascuno di essi. I pazienti sono prima di tutto persone con le quali instaurare un rapporto virtuoso basato sul dialogo e sull’empatia. Con l’obiettivo di condurre il paziente al raggiungimento del massimo livello di benessere e di salute visiva possibile.

Infine, i ridotti tempi di attesa consentono di massimizzare gli effetti benefici delle terapie prescritte. Per fare un esempio, le iniezioni intravitreali per la maculopatia devono essere somministrate con una cadenza ben precisa che non ammette ritardi. Solo in questo modo è possibile godere del massimo beneficio offerto dal trattamento. 

Vuoi saperne di più?

Saremo lieti di prenderci cura della tua salute visiva e di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno. Il nostro centralino è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 il numero 02 636 1191.

Vista dopo i 40 anni: come cambiano i nostri occhi

vista dopo i 40 anni - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

Nel periodo della nostra vita che va dai 20 fino ai 40 anni la nostra capacità visiva rimane, con o senza difetti visivi, tutto sommato stabile. Dai 40 anni in poi le cose iniziano a cambiare e ad evolversi. Talvolta impercettibilmente, altre volte meno. Come cambia la vista dopo i 40 anni? Quali sono i difetti visivi e le patologie che comunemente compaiono mano a mano che il tempo passa? Facciamo il punto della situazione.

Il primo ospite sgradito: la presbiopia

Fino ai 40 anni circa, a meno che non vi siano già altri difetti visivi, a nessuno verrebbe mai in mente di non riuscire più a leggere il giornale, a lavorare al computer, ad utilizzare facilmente lo smartphone. Eppure, un bel giorno, ci si rende conto che per riuscire in quelle piccole e tutto sommato banali azioni si è costretti ad allontanare leggermente l’oggetto dal viso. Che cosa è cambiato? E’ successo che la presbiopia ha fatto capolino nella nostra vita. Rassicuriamoci, è del tutto normale, e succede quasi a tutti.

Presbiopia: con l’avanzare dell’età, il cristallino, la minuscola lente situata all’interno dell’occhio, perde la sua flessibilità. E viene meno quella che gli esperti chiamano capacità di accomodazione, cioè di spostare in modo naturale ed involontario il fuoco da lontano a più vicino. Gli ipermetropi e gli astigmatici sono i primi a rendersi conto di aver sviluppato anche la presbiopia, mentre i miopi compensano togliendosi gli occhiali, almeno per i primi tempi.

Come si risolve la presbiopia: Con gli occhiali da vista in modo temporaneo, oppure con un semplice intervento laser, simile all’intervento per la correzione dei difetti visivi con tecnica FemtoLASIK. In alternativa, esiste anche la sostituzione del cristallino così come avviene per la cataratta, oppure l’inserimento di lenti intracorneali.

La cataratta

La perdita di efficienza del cristallino è legata a doppio filo all’insorgenza della presbiopia, ma non solo. Con l’avanzare del tempo (già intorno ai 55 – 60 anni) il cristallino perde sempre di più la sua trasparenza, si indurisce e si ispessisce. Il risultato è una visione dei colori e delle forme sempre più incerta e meno nitida. Segno che siamo affetti da cataratta.

Cataratta: è la progressiva ed irreversibile opacizzazione del cristallino.

Come si risolve la cataratta: non esiste terapia farmacologica per rallentare o migliorare l’opacizzazione del cristallino. L’unica soluzione è la sostituzione del cristallino con una lente intraoculare artificiale (intervento di facoemulsificazione).

Degenerazione maculare senile

Non sempre la progressiva incertezza della visione è causata dalla cataratta. A volte ad invecchiare assieme a noi è la macula, la porzione centrale (preziosissima e delicatissima) della nostra retina. E allora, le difficoltà visive si sperimenteranno proprio a livello di visione centrale, mentre per quanto riguarda la visione periferica ci sembra tutto sommato di vedere ancora bene. Questa patologia prende il nome di degenerazione maculare senile.

Degenerazione maculare senile: è un deterioramento progressivo dei fotorecettori presenti sulla macula. Si può presentare in due varianti, una detta essudativa (umida), l’altra atrofica (secca). La prima è trattabile grazie alle iniezioni intravitreali.

Come si risolve la maculopatia: la maculopatia senile di tipo essudativo si risolve con delle punturine indolori chiamate iniezioni intravitreali, a base di un farmaco specifico per la patologia. La variante atrofica della patologia è invece più difficile da trattare.

Glaucoma

I 40 anni rappresentano un po’ il giro di boa della salute oculare, ed è proprio a questa età che può fare la sua comparsa, in sordina, una patologia oculare chiamata glaucoma. Perché in sordina? Il glaucoma inizialmente è asintomatico, dunque può capitare di esserne affetti inconsapevolmente. L’incidenza non è altissima ma può capitare. E’ bene dunque non dimenticare di sottoporsi a periodici controlli della salute oculare.

Glaucoma: è un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, può danneggiare le strutture oculari con particolare riferimento al nervo ottico. Il risultato è una perdita irreversibile della propria capacità visiva.

Come si risolve il glaucoma: Il glaucoma si può trattare farmacologicamente grazie ad una terapia ipotonizzante a base di specifici colliri: è molto importante, in questo caso, seguire molto attentamente la terapia. A volte si rende necessario un piccolo intervento di chirurgia oculare per favorire l’abbassamento della pressione intraoculare (trabulectomia).

Insomma, l’età che avanza può mettere a dura prova la nostra salute oculare. Ciò non significa che ci si debba allarmare. Affrontare l’età adulta e matura con la giusta dose di serenità è fondamentale per vivere bene. A tal fine, il consiglio è quello di prendersi cura di se stessi, programmando anno dopo anno una serie di controlli della propria salute – inclusa quella oculare – onde prevenire e se necessario intervenire tempestivamente nei confronti di eventuali patologie.

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Le uova aiutano a prevenire la maculopatia

maculopatia - CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico

La maculopatia è una patologia oculare che colpisce la parte centrale della retina, chiamata appunto macula. Con l’avanzare dell’età, complici il processo di invecchiamento cellulare ed altri fattori predisponenti sia genetici che ambientali, può succedere che la macula si deteriori e che perda la sua funzionalità. Oggi una ricerca scientifica parla chiaro: consumare uova fa bene proprio alla macula ed aiuta a prevenire l’insorgenza della patologia. 

Cos’è la maculopatia?

Come brevemente anticipato, la maculopatia è una patologia della parte centrale della retina. Chi soffre di maculopatia va incontro ad un progressivo ed irreversibile deterioramento dei fotorecettori, microscopiche strutture responsabili, quando sane e perfettamente funzionanti, del buon andamento della funzione visiva e della visione a colori. Poiché la macula si trova nella parte centrale della retina, proprio in corrispondenza della pupilla, il danno prodotto dalla maculopatia interessa la visione centrale, mentre quella periferica rimane inalterata.

Ecco i risultati della ricerca scientifica sul consumo di uova

La ricerca, pubblicata recentemente sulla rivista scientifica Clinical Nutrition, ha dimostrato come chi consuma da 2 a 4 uova la settimana abbia il 49% di probabilità in meno di contrarre la maculopatia rispetto a chi consuma un uovo o meno la settimana. E non solo: se si prende in esame solamente la tipologia essudativa della patologia, questa percentuale sale al 62%. La ricerca è stata condotta dalla professoressa Bamini Gopinath, docente di epidemiologia al Westmead Institute for Medical Research, in Australia. Alla ricerca hanno preso parte 3654 individui, le cui abitudini alimentari sono state monitorate per un periodo di ben 15 anni, compilando questionari specifici ed indicando il loro consumo di uova.

Perché le uova fanno così bene alla vista?

Il “segreto” che fa delle uova un alimento così sano e prezioso per la vista è presto detto: esse contengono luteina e zeaxantina, due antiossidanti naturali capaci di agire da filtro nei confronti dei raggi luminosi regalando un benefico effetto “occhiali da sole“. E non solo: questi due carotenoidi rivestono un ruolo di primo piano nel controllo dei fenomeni ossidativi responsabili dell’insorgenza di tante patologie oculari legate a doppio filo all’invecchiamento cellulare.

Leggi anche: prevenire la cataratta? Si può, con la luteina! 

Fonte: ClinicalNutritionJournal.com

 

 

 

Il laser sottosoglia: innovazione e precisione al servizio dell’oftalmologia

Il laser sottosoglia (o micropulsato) è uno strumento ad altissimo contenuto tecnologico grazie al quale è possibile intervenire sulla retina in modo mirato ed efficace con un tocco leggero ed impercettibile. Chiamato anche laser sottosoglia, laser 2RT o laser giallo, esso lavora emettendo impulsi brevissimi, ideali per trattare una struttura delicata come la retina senza danneggiarla. Il laser micropulsato si presta al trattamento di diverse patologie retiniche, ed è privo di effetti collaterali. Cerchiamo di conoscerlo più da vicino.

Laser micropulsato o sottosoglia, che cos’è?

Il laser micropulsato si differenza dagli altri laser comunemente usati in oftalmologia perché genera impulsi sottosoglia, ovvero impulsi di luce brevissimi – dell’ordine dei miliardesimi di secondo – chiamati anche nanosecondi. L’impulso così prodotto può essere applicato al tessuto retinico in modo sicuro, e raggiunge risultati terapeutici diversi e superiori rispetto ai laser tradizionali, quando applicato negli appropriati casi clinici. Inoltre, il laser micropulsato non presenta particolari effetti secondari negativi e consente la preservazione delle strutture retiniche trattate in assenza di danni di natura termocoagulativa (cioè causati da un eventuale innalzamento della temperatura, tipico di altri laser).

Come agisce il laser sottosoglia?

Il laser sottosoglia 2rt agisce in modo selettivo su alcune cellule dell’epitelio pigmentato retinico. La radiazione luminosa viene assorbita esclusivamente da alcune cellule, i melanosomi, chiamate in questo caso cellule bersaglio, che muoiono dopo esserne state colpite. Le cellule adiacenti a quelle che muoiono, migrano andando ad occupare lo spazio rimasto libero e, grazie ad un processo chiamato “signaling”, proliferano. Alla fine di questo processo, l’epitelio pigmentato appare “ringiovanito”, mentre i fotorecettori e la coroide non presentano alcun danno. E quindi si ottiene un effetto terapeutico positivo e, grazie agli impulsi brevissimi, si riesce ad evitare il danno tissutale di natura termica. 

Per chi è indicato il trattamento con laser sottosoglia?

Il laser micropulsato trova applicazione nel trattamento della degenerazione maculare senile di tipo secco, soprattutto quando la patologia si trova nella fase iniziale o intermedia e quando vi sono delle drusen, ovvero degli accumuli di materiale lipidico al di sotto della retina. Altre patologie oculari che si possono trattare con esiti incoraggianti grazie al laser sottosoglia, sono l’edema maculare, la corioretinopatia sierosa centrale, il distacco dell’epitelio pigmentato e, in casi molto selezionati, il glaucoma ad angolo aperto.

Vuoi saperne di più?

Per conoscere più da vicino le possibilità di applicazione del laser sottosoglia e per prenotare una visita oculistica specialistica, chiamaci dal lunedi al venerdi dalle 9.00 alle 19.00 allo 02 6361191.