La sindrome della disfunzione del film lacrimale, più conosciuta come occhio secco o secchezza oculare, è una delle patologie oculari più diffuse e la cui incidenza è in continuo aumento.
L’uso scorretto di pc, tv e smartphone, ambienti di lavoro e privati male condizionati, l’uso esagerato o scorretto delle lenti a contatto o ancora l’aumento dello smog e dell’inquinamento delle città, senza contare l’allungamento della vita media delle persone, sono tra le principali cause di quello che molti pensano sia solo un fastidio momentaneo. E invece si tratta di una vera e propria malattia che certamente inizia come fastidio (o rossore, o bruciore) ma se non trattata tempestivamente può peggiorare in modo serio, mettendo a rischio, nei casi più gravi, anche la vista.
Nel Mondo oltre 100 milioni di persone soffrono di questo disturbo.
Si parla di disfunzione del film lacrimale perché secchezza oculare è riduttivo e identifica solo un aspetto di questa patologia, vale a dire la ridotta produzione di lacrime (detta anche ipolacrimia), mentre questa patologia può essere causata anche da un’evaporazione eccessiva del film lacrimale: in quest’ultimo caso le lacrime non fanno in tempo a lubrificare la superficie oculare perché evaporano (si parla di dislacrimia); questo tipo di disfunzione del film lacrimale è quella più frequente (circa l’86% dei casi) ed è provocata dall’ostruzione o dal malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio che si trovano nelle palpebre.
Queste ghiandole sono responsabili della produzione dello strato lipidico delle lacrime: se non funzionano correttamente, non riescono a secernere sufficiente “mebus”, la componente oleosa del nostro film lacrimale. Cosi le lacrime evaporano troppo in fretta. Uno strato lipidico insufficiente o assente può causare un’evaporazione lacrimale da 4 a 16 volte più rapida del normale.
La ridotta produzione lacrimale (ipolacrimia) invece si verifica quando le ghiandole lacrimali non creano una quantità sufficiente di soluzione acquosa in grado di mantenere l’umidità oculare.
L’occhio secco e le patologie correlate devono essere trattati in modo tempestivo e accurato, evitando approcci e prodotti fai da te.
I sintomi. L’occhio secco è una malattia a tutti gli effetti. Tra i suoi sintomi vi sono fastidio, bruciore, arrossamento degli occhi, alterazione della vista, sensazione di corpo estraneo negli occhi e anche fotofobia (la sensibilità alla luce). Anche il dolore è tra questi sintomi: non sono pochi i casi di pazienti affetti da questa patologia che hanno provato una reale sensazione di dolore.
Per capire se una persona è affetta da occhio secco basta un semplice test, ideato da un medico di New York che lo consiglia sempre ai suoi colleghi: date un giornale ad un paziente, se non legge bene gli istillate una goccia di collirio, se dopo aver messo qualche goccia di lacrima artificiale legge meglio e speditamente, ecco questo è un paziente che soffre di occhio secco.
Queste modificazioni della visione e i sintomi possono addirittura aumentare creando grosse difficoltà nelle attività di tutti i giorni.
Si crea così un circolo vizioso: il luogo di lavoro mal condizionato, l’ambiente di casa troppo secco, l’uso scorretto del computer, una dieta non bilanciata, squilibri ormonali causano secchezza oculare e chi ha questo disturbo fatica a lavorare sul computer, a leggere, guidare, o solo guardare un film.
E con il trascorrere delle ore della giornata lavorativa, i sintomi si accentuano, impedendo di fatto le nostre normali attività.
I fattori di rischio. Le infiammazioni croniche della superficie anteriore dell’occhio, le congiuntiviti allergiche, le blefariti croniche, le pregresse infezioni erpetiche (causate cioè da Herpes), gli squilibri ormonali, le malattie metaboliche, gli usi ed abusi di lenti a contatto e di cosmetici giocano sicuramente un ruolo importante. Anche l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo è fondamentale: un condizionamento scorretto può infatti causare secchezza oculare.
A questo si aggiungono le nostre cattive abitudini come la “dipendenza” dai computer, tablet e smarthphone. La colpa non è di questi device, ma dal loro abuso: usarli per troppe ore durante il giorno e a distanza troppo ravvicinata può non solo causare problemi alla vista, ma alterare sensibilmente la produzione di film lacrimale.
Tutta questa serie di fattori costituiscono la base su cui una semplice secchezza oculare evolve tendendo, con un meccanismo a cascata, a coinvolgere tutta la superficie oculare, le ghiandole lacrimali, le ghiandole del Meibomio e tutta la finissima rete di recettori e terminazioni microscopiche nervose corneali e congiuntivali.
Le modificazioni quantitative e qualitative del nostro film lacrimale possono arrivare a danneggiare tutto il segmento anteriore dell’occhio creando gravi deficit visivi.
La cornea è la parte dell’occhio che rischia di più e subisce più danni. Fin dai primi sintomi di occhio secco infatti si riscontrano sofferenze dell’epitelio corneale (lo strato più superficiale della cornea). Questo strato di sottili “piastrelle” si altera, perde pezzi, si creano allora degli spazi vuoti e attraverso questi spazi si creano scompensi metabolici tra le due pareti corneali: l’esterna bagnata dalle lacrime e l’interna occupata dall’umor acqueo (il liquido salino che si trova tra la cornea e il cristallino, la lente naturale dell’occhio e che serve per dare volume al bulbo oculare).
Cura e diagnosi. La diagnosi di occhio secco va sempre fatta dal medico oculista con test sofisticati ed affidabili, evitando quindi auto diagnosi e cure dai da te. Il medico oculista valuterà una serie di parametri ed insieme al paziente sceglierà il sostituto lacrimale e la terapia giusta per il caso specifico.
Non tutte le lacrime artificiali sono uguali, infatti, come non lo sono i pazienti. E tantomeno gli occhi. Con le moderne tecniche e strumentazioni è oggi possibile trattare in modo efficace questa patologia.
Consigli. La disfunzione del film lacrimale è una malattia seria ed ingravescente che va affrontata e trattata con sempre maggiore serietà e professionalità. Ma già cambiando le proprie abitudini si possono fare notevoli passi avanti. A cominciare dalla dieta: bere molta acqua e mangiare più frutta e verdura aumenta l’idratazione generale dell’organismo, aumentando di conseguenza la produzione lacrimale.
Controllare inoltre l’umidità dell’aria negli ambienti dove viviamo, dormiamo e lavoriamo è fondamentale, soprattutto in presenza di bambini ed anziani. Per quanto riguarda l’uso di device elettronici, è bene limitarlo nel tempo e tenere questi strumenti alla giusta distanza, almeno 30 centimetri dal viso.
Il Centro Ambrosiano Oftalmico è specializzato nella cura di questa patologia: con strumentazioni d’avanguardia e terapie personalizzate è in grado di fornire cure efficaci e, soprattutto, di seguire il paziente costantemente durante tutto il periodo di trattamento.
Foto by Lucky Linda